Una delle poche neviere ancora esistenti è quella della Massariola, a tre chilometri da Alberobello, sulla SS 172 dei Trulli, tra le masserie Chietri e Badessa. Questa costruzione era destinata alla conservazione della neve che, ammassata nei mesi invernali, era venduta, ghiacciata, a partire dal mese di giugno.
L´edificio, coperto a conversa con chiancole disposte a secco, si presenta a due piani. Il primo è, in realtà, una cisterna seminterrata, coperta a botte, profonda circa sei metri e dotata di due porte. Per accedere al vano superiore, anch´esso coperto da una volta a botte, adibito a pagliaio, si adoperava una scala esterna, conducente a un ingresso arcuato a tutto sesto. Sul pavimento, al centro della volta sottostante, una botola consentiva di calare la paglia necessaria per la conservazione della neve. Questa, infatti, battuta e appianata, era intervallata a strati di paglia che, oltre a separare i vari livelli, garantivano l´isolamento termico. L´ultimo strato di paglia era quello più spesso, per poter meglio proteggere dai raggi solari il ghiaccio sottostante. Sul pavimento, al contrario, era appoggiato uno strato di fascine, in modo da poter staccare agevolmente il ghiaccio che si sarebbe formato sul fondo. Con i primi caldi il maestro di neviera assumeva e guidava circa trenta operai "specializzati" oltre a tre addetti ai cavalli, dato che, prima di trasportare il ghiaccio fino al punto di vendita, si procedeva alla squadratura dei blocchi, con le canne, e si effettuava il taglio con accette e seghe a punta.
L´edificio, coperto a conversa con chiancole disposte a secco, si presenta a due piani. Il primo è, in realtà, una cisterna seminterrata, coperta a botte, profonda circa sei metri e dotata di due porte. Per accedere al vano superiore, anch´esso coperto da una volta a botte, adibito a pagliaio, si adoperava una scala esterna, conducente a un ingresso arcuato a tutto sesto. Sul pavimento, al centro della volta sottostante, una botola consentiva di calare la paglia necessaria per la conservazione della neve. Questa, infatti, battuta e appianata, era intervallata a strati di paglia che, oltre a separare i vari livelli, garantivano l´isolamento termico. L´ultimo strato di paglia era quello più spesso, per poter meglio proteggere dai raggi solari il ghiaccio sottostante. Sul pavimento, al contrario, era appoggiato uno strato di fascine, in modo da poter staccare agevolmente il ghiaccio che si sarebbe formato sul fondo. Con i primi caldi il maestro di neviera assumeva e guidava circa trenta operai "specializzati" oltre a tre addetti ai cavalli, dato che, prima di trasportare il ghiaccio fino al punto di vendita, si procedeva alla squadratura dei blocchi, con le canne, e si effettuava il taglio con accette e seghe a punta.