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Corso Vittorio Emanuele II

Corso Vittorio Emanuele II
Corso Vittorio Emanuele II

Quest'asse viario, il cui allineamento fu affidato dal sindaco Giulio Ernesto Acquaviva, molto probabilmente, all'architetto Antonio Curri, collega gli edifici più rappresentativi del paese: Palazzo Acquaviva, la chiesa dei SS. Medici e il Municipio.

I primi chiudevano i due estremi della strada, il Municipio, invece, si poneva in senso longitudinale rispetto ad essa. Intorno a questi tre edifici, fu organizzata l'edificazione ottocentesca del centro urbano che si sostituì progressivamente ai trulli e segnò l'avvenuto passaggio di potere dalla vecchia aristocrazia alla ricca borghesia latifondista.

Questa nuova realtà sociale fece di tutto per potersi contraddistinguere. La voglia di prestigio si manifestò soprattutto con l'esigenza di edificare dimore eleganti e imponenti, specie se paragonate alla restante realtà architettonica del paese.

Esempi sono Palazzo Bernardi e Palazzo Agrusti. Per istoriare i soffitti del primo, edificato nel 1865, si interpellò Benedetto Romita, artista già attivo e famoso nei comuni limitrofi. Grazie all'interessamento dell'architetto Antonio Curri, la seconda abitazione ha, invece, saloni decorati da due artisti napoletani, Salvatore Cozzolino (nato il 1857 e morto dopo il 1916) e Luigi Fabron (1855-1907). Alla ricchezza decorativa degli ambienti, chiaramente, faceva riscontro la scelta di suppellettili adeguate.

Analogo discorso si potrebbe fare per buona parte dei palazzi ottocenteschi o primo-novecenteschi che si affacciano su Via Trieste e Trento, Via Garibaldi e Via Cesare Battisti, assi di rilievo nella progettazione urbanistica del secolo scorso. Anche se non tutti sono forniti di soffitti istoriati, buona parte di essi presenta prospetti di notevoli dimensioni, abbelliti da motivi decorativi, abbinati a mascheroni apotropaici, elementi che l'antica credenza popolare considerava dotati di particolari virtù magiche e capaci di allontanare le influenze maligne.