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Adolfo Rollo, si è costituito il Comitato scientifico per il trentennale della morte Lo scultore visse quasi trent´anni ad Alberobello

Adolfo Rollo, si è costituito il Comitato scientifico per il trentennale della morte Lo scultore visse quasi trent´anni ad Alberobello
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ALBEROBELLO - Si è costituito qualche giorno fa in Alberobello il comitato scientifico per il trentennale della morte dello scultore Adolfo Rollo con l´intento di promuoverne l´attività artistica attraverso la realizzazione - in collaborazione con  i Comuni di Casamassima, Matera, Pistoia, Praglia (città che detengono alcune opere) di una mostra itinerante; pubblicazione di un´opera omnia delle opere in Italia; annullo filatelico; pubblicazione di un foglietto erinnofilo di alcuni lavori; trasferimento dei resti mortali di Rollo dal cimitero di Giovinazzo a quello di Fasano dove l´artista aveva fissato l´ultima dimora terrena accanto alla madre.
Il Comitato è composto da Piergiorgio Taneburgo, padre provinciale dei Cappuccini di Bari; i Comuni di Alberobello, Fasano, Giovinazzo; l´abbazia Madonna della Scala di Noci; il convento dei Frati minori cappuccini Santa Fara di Bari, i Padri Guanelliani di Alberobello, il Comitato feste patronali Santi Medici, Andrea Belviso di Fasano.

Il vice sindaco di Alberobello, Daniela Salamida, durante l´incontro di costituzione del Comitato svoltosi di recente nell´aula consiliare del Municipio, si è impegnata a nome dell´Amministrazione comunale a sostenere le iniziative in programma.

Barese di nascita,  Adolfo Rollo ha girato l´Italia durante l´epoca fascista. Dopo essere stato in  Piemonte ed in Toscana, è tornato in Puglia. Ha vissuto per circa trent´anni ad Alberobello, e a Giovinazzo con i padri Cappuccini fino al 1985, data della sua morte.

Affascinato dalla scultura della pietra, minuziosa è la sua raffigurazione del corpo umano del Cristo che ha raffigurato in trenta crocefissi. Ad Alberobello, nelle chiese di Sant´Antonio e dei Santi Medici si possono ammirare due crocefissi, di cui uno pensile.
 
Rollo era solito ripetere: `chi dipinge il Cristo e soprattutto chi lo scolpisce deve sentirlo dentro e poi lo deve esprimere´ ed aggiungeva, quasi a giustificare la sua permanente fuga dal mondo ed il suo vivere da solitario `dobbiamo fare tutto per Cristo. L'arte è uno dei modi con cui il Cristo parla all'uomo di oggi´.

Durante un suo viaggio in Brasile - insoddisfatto dei suoi mezzi e del suo sapere - affinò le sue conoscenze studiando anatomia a Rio de Janeiro, ove era solito recarsi per seguire quei corsi, che gli avrebbero dato non solo una perfetta conoscenza del corpo umano, ma il mezzo per siglare con padronanza la sua produzione figurativa, che rappresenta il nucleo centrale della sua arte.

Alberobello,  26 giugno 2014
L´Ufficio Stampa