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Nell'ambito del progetto ITRIA2NET sono stati istituiti in luoghi pubblici di accesso, rappresentati da strutture istituzionali, società culturali o del Terzo Settore, 8 Web Point per consentire all''intera Comunità dei cittadini di accedere ad Internet e di fruire delle molteplici opportunità di servizio, lavoro, studio, aggiornament disponibili on line.
Il presidio di tali postazioni è garantito dalla presenza di personale di affiancamento, che garantisce un supporto sia per coloro che incontrano difficoltà oggettive nell''utilizzo di Internet sia per soggetti in condizione di svantaggio sociale.
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Informagiovani - Biblioteca Palazzo Comunale Via Ten. Cucci, 8 |
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Centro Aggregazione Terza Età Via Dante |
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Museo del Territorio Piazza XVII Maggio, 24 |
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I.A.T. - Ufficio Informazione Accoglienza Turistica Via Monte Nero, 3 |
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F.A.C. - Federazione Associazione Culturale Via Pola |
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Università Tempo Libero - Parrocchia S. Antonio Via Bainsizza, 7 |
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Santuario Basilica Ss. Cosma e Damiano Biblioteca - Via Diaz |
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Associazione Turistica Pro-Loco Via Monte Nero, 1 |
Wifi gratis in piazza del Popolo e copertura Internet anche per le periferie
Con la collaborazione di CLIOCOM, il primo Internet Service Provider nato nell´Italia meridionale nel 1995, fornitore ufficiale della Rete della Pubblica Amministrazione Regionale in Puglia nell´ambito del "Sistema Pubblico di Connettività - SPC", è stata istituita la copertura in modalità wireless della centrale Piazza del Popolo, nei pressi del municipio, per consentire la navigazione gratuita per un´ora con il proprio computer portatile, col proprio palmare o col proprio telefonino, tramite una semplice procedura di autenticazione via sms. Offerta l´estensione della banda larga anche nelle periferie, per consentire anche a chi abita in campagna o in zone lontane dal centro, di collegarsi alla rete senza bisogno di una linea telefonica. Per attivare il collegamento è sufficiente installare un piccolo dispositivo sul tetto del proprio edificio e connetterlo al proprio computer o router tramite un normale cavo di rete.
Informazioni tecniche
Per utilizzare la connessione wireless in Piazza del Popolo e collegarsi gratuitamente a Internet per 1 ora al giorno è necessario seguire le seguenti istruzioni:
Recupero password: in caso di smarrimento della password per l''accesso alla rete è sufficiente inviare un SMS al numero 393 7253686 (sempre dal proprio cellulare) digitando la parola "alberobello password".
Per terminare la sessione di navigazione è sufficiente collegarsi all´indirizzo: www.raganet.wifi/logout
Per accedere alla banda larga i cittadini residenti in zone periferiche e del paese dovranno installare un piccolo dispositivo sul tetto del proprio edificio e connetterlo al proprio personal computer o router tramite un normale cavo di rete.
I profili di abbonamento partono da 15 euro al mese/iva inclusa più un contributo una tantum di attivazione del servizio e installazione dell´antenna e sono stati pensati per soddisfare le diverse tipologie di clientela, dalle famiglie alle aziende.
Tra i vantaggi di Raganet, la tecnologia utilizzata da ClioCom:
SERVIZIO/UFFICIO | INDIRIZZO |
Protocollo Generale | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. |
Servizi Finanziari | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. |
Ufficio Tributi | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. |
Segreteria Generale | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. |
Servizio Demografico | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. |
Servizi Sociali | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. |
Servizio Personale | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. |
Ufficio Elettorale | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. |
Polizia Municipale | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. |
Ufficio Tecnico | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. |
Lavori Pubblici | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. |
Lavori Pubblici | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. |
Ufficio Turismo | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. |
Dirigente p.t. Segretario Generale
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SETTORE | SERVIZIO | UFFICIO | RESPONSABILE |
Norma | Link |
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 16 aprile 2013, n. 62 |
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Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165
Art. 1 - Disposizioni di carattere generale
1. Il presente codice di comportamento, di seguito denominato "Codice", definisce, ai fini dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, i doveri minimi di diligenza, lealta', imparzialita' e buona condotta che i pubblici dipendenti sono tenuti ad osservare.
2. Le previsioni del presente Codice sono integrate e specificate dai codici di comportamento adottati dalle singole amministrazioni ai sensi dell'articolo 54, comma 5, del citato decreto legislativo n. 165 del 2001.
Art. 2 - Ambito di applicazione
1. Il presente codice si applica ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, il cui rapporto di lavoro e' disciplinato in base all'articolo 2, commi 2 e 3, del medesimo decreto.
2. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 54, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le norme contenute nel presente codice costituiscono principi di comportamento per le restanti categorie di personale di cui all'articolo 3 del citato decreto n. 165 del 2001, in quanto compatibili con le disposizioni dei rispettivi ordinamenti.
3. Le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001 estendono, per quanto compatibili, gli obblighi di condotta previsti dal presente codice a tutti i collaboratori o consulenti, con qualsiasi tipologia di contratto o incarico e a qualsiasi titolo, ai titolari di organi e di incarichi negli uffici di diretta collaborazione delle autorita' politiche, nonche' nei confronti dei collaboratori a qualsiasi titolo di imprese fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere in favore dell'amministrazione. A tale fine, negli atti di incarico o nei contratti di acquisizioni delle collaborazioni, delle consulenze o dei servizi, le amministrazioni inseriscono apposite disposizioni o clausole di risoluzione o decadenza del rapporto in caso di violazione degli obblighi derivanti dal presente codice.
4. Le disposizioni del presente codice si applicano alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano nel rispetto delle attribuzioni derivanti dagli statuti speciali e delle relative norme di attuazione, in materia di organizzazione e contrattazione collettiva del proprio personale, di quello dei loro enti funzionali e di quello degli enti locali del rispettivo territorio.
Art. 3 - Principi generali
1. Il dipendente osserva la Costituzione, servendo la Nazione con disciplina ed onore e conformando la propria condotta ai principi di buon andamento e imparzialita' dell'azione amministrativa. Il dipendente svolge i propri compiti nel rispetto della legge, perseguendo l'interesse pubblico senza abusare della posizione o dei poteri di cui e' titolare.
2. Il dipendente rispetta altresi' i principi di integrita', correttezza, buona fede, oporzionalita', obiettivita', trasparenza, equita' e ragionevolezza e agisce in posizione di indipendenza e imparzialita', astenendosi in caso di conflitto di interessi.
3. Il dipendente non usa a fini privati le informazioni di cui dispone per ragioni di ufficio, evita situazioni e comportamenti che possano ostacolare il corretto adempimento dei compiti o nuocere agli interessi o all'immagine della pubblica amministrazione. Prerogative e poteri pubblici sono esercitati unicamente per le finalita' di interesse generale per le quali sono stati conferiti.
4. Il dipendente esercita i propri compiti orientando l'azione amministrativa alla massima economicita', efficienza ed efficacia. La gestione di risorse pubbliche ai fini dello svolgimento delle attivita' amministrative deve seguire una logica di contenimento dei costi, che non pregiudichi la qualita' dei risultati.
5. Nei rapporti con i destinatari dell'azione amministrativa, il dipendente assicura la piena parita' di trattamento a parita' di condizioni, astenendosi, altresi', da azioni arbitrarie che abbiano effetti negativi sui destinatari dell'azione amministrativa o che comportino discriminazioni basate su sesso, nazionalita', origine etnica, caratteristiche genetiche, lingua, religione o credo, convinzioni personali o politiche, appartenenza a una minoranza nazionale, disabilita', condizioni sociali o di salute, eta' e orientamento sessuale o su altri diversi fattori.
6. Il dipendente dimostra la massima disponibilita' e collaborazione nei rapporti con le altre pubbliche amministrazioni, assicurando lo scambio e la trasmissione delle informazioni e dei dati in qualsiasi forma anche telematica, nel rispetto della normativa vigente.
Art. 4 - Regali, compensi e altre utilita'
1. Il dipendente non chiede, ne' sollecita, per se' o per altri, regali o altre utilita'.
2. Il dipendente non accetta, per se' o per altri, regali o altre utilita', salvo quelli d'uso di modico valore effettuati occasionalmente nell'ambito delle normali relazioni di cortesia e nell'ambito delle consuetudini internazionali. In ogni caso, indipendentemente dalla circostanza che il fatto costituisca reato, il dipendente non chiede, per se' o per altri, regali o altre utilita', neanche di modico valore a titolo di corrispettivo per compiere o per aver compiuto un atto del proprio ufficio da soggetti che possano trarre benefici da decisioni o attivita' inerenti all'ufficio, ne' da soggetti nei cui confronti e' o sta per essere chiamato a svolgere o a esercitare attivita' o potesta' proprie dell'ufficio ricoperto.
3. Il dipendente non accetta, per se' o per altri, da un proprio subordinato, direttamente o indirettamente, regali o altre utilita', salvo quelli d'uso di modico valore. Il dipendente non offre, direttamente o indirettamente, regali o altre utilita' a un proprio sovraordinato, salvo quelli d'uso di modico valore.
4. I regali e le altre utilita' comunque ricevuti fuori dai casi consentiti dal presente articolo, a cura dello stesso dipendente cui siano pervenuti, sono immediatamente messi a disposizione dell'Amministrazione per la restituzione o per essere devoluti a fini istituzionali.
5. Ai fini del presente articolo, per regali o altre utilita' di modico valore si intendono quelle di valore non superiore, in via orientativa, a 150 euro, anche sotto forma di sconto. I codici di comportamento adottati dalle singole amministrazioni possono prevedere limiti inferiori, anche fino all'esclusione della possibilita' di riceverli, in relazione alle caratteristiche dell'ente e alla tipologia delle mansioni.
6. Il dipendente non accetta incarichi di collaborazione da soggetti privati che abbiano, o bbiano avuto nel biennio precedente, un interesse economico significativo in decisioni o attivita' inerenti all'ufficio di appartenenza.
7. Al fine di preservare il prestigio e l'imparzialita' dell'amministrazione, il responsabile dell'ufficio vigila sulla corretta applicazione del presente articolo.
Art. 5 - Partecipazione ad associazioni e organizzazioni
1. Nel rispetto della disciplina vigente del diritto di associazione, il dipendente comunica tempestivamente al responsabile dell'ufficio di appartenenza la propria adesione o appartenenza ad associazioni od organizzazioni, a prescindere dal loro carattere riservato o meno, i cui ambiti di interessi possano interferire con lo svolgimento dell'attivita' dell'ufficio. Il presente comma non si applica all'adesione a partiti politici o a sindacati.
2. Il pubblico dipendente non costringe altri dipendenti ad aderire ad associazioni od organizzazioni, ne' esercita pressioni a tale fine, promettendo vantaggi o prospettando svantaggi di carriera.
Art. 6 - Comunicazione degli interessi finanziari e conflitti d'interesse
1. Fermi restando gli obblighi di trasparenza previsti da leggi o regolamenti, il dipendente, all'atto dell'assegnazione all'ufficio, informa per iscritto il dirigente dell'ufficio di tutti i rapporti, diretti o indiretti, di collaborazione con soggetti privati in qualunque modo retribuiti che lo stesso abbia o abbia avuto negli ultimi tre anni, precisando:
a) se in prima persona, o suoi parenti o affini entro il secondo grado, il coniuge o il convivente abbiano ancora rapporti finanziari con il soggetto con cui ha avuto i predetti rapporti di collaborazione;
b) se tali rapporti siano intercorsi o intercorrano con soggetti che abbiano interessi in attivita' o decisioni inerenti all'ufficio, limitatamente alle pratiche a lui affidate.
2. Il dipendente si astiene dal prendere decisioni o svolgere attivita' inerenti alle sue mansioni in situazioni di conflitto, anche potenziale, di interessi con interessi personali, del coniuge, di conviventi, di parenti, di affini entro il secondo grado. Il conflitto puo' riguardare interessi di qualsiasi natura, anche non patrimoniali, come quelli derivanti dall'intento di voler assecondare pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici.
Art. 7 - Obbligo di astensione
1. Il dipendente si astiene dal partecipare all'adozione di decisioni o ad attivita' che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado, del coniuge o di conviventi, oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale, ovvero, di soggetti od organizzazioni con cui egli o il coniuge abbia causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito significativi, ovvero di soggetti od organizzazioni di cui sia tutore, curatore, procuratore o agente, ovvero di enti, associazioni anche non riconosciute, comitati, societa' o stabilimenti di cui sia amministratore o gerente o dirigente. Il dipendente si astiene in ogni altro caso in cui esistano gravi ragioni di convenienza. Sull'astensione decide il responsabile dell'ufficio di appartenenza.
Art. 8 - Prevenzione della corruzione
1. Il dipendente rispetta le misure necessarie alla prevenzione degli illeciti dell'amministrazione. In particolare, il dipendente rispetta le prescrizioni contenute nel piano per la prevenzione della corruzione, presta la sua collaborazione al responsabile della prevenzione della corruzione e, fermo restando l'obbligo di denuncia all'autorita' giudiziaria, segnala al proprio superiore gerarchico eventuali situazioni di illecito nell'amministrazione di cui sia venuto a conoscenza.
Art. 9 - Trasparenza e tracciabilita'
1. Il dipendente assicura l'adempimento degli obblighi di trasparenza previsti in capo alle pubbliche amministrazioni secondo le disposizioni normative vigenti, prestando la massima collaborazione nell'elaborazione, reperimento e trasmissione dei dati sottoposti all'obbligo di pubblicazione sul sito istituzionale.
2. La tracciabilita' dei processi decisionali adottati dai dipendenti deve essere, in tutti i casi, garantita attraverso un adeguato supporto documentale, che consenta in ogni momento la replicabilita'.
Art. 10 - Comportamento nei rapporti privati
1. Nei rapporti privati, comprese le relazioni extralavorative con pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, il dipendente non sfrutta, ne' menziona la posizione che ricopre nell'amministrazione per ottenere utilita' che non gli spettino e non assume nessun altro comportamento che possa nuocere all'immagine dell'amministrazione.
Art. 11 - Comportamento in servizio
1. Fermo restando il rispetto dei termini del procedimento amministrativo, il dipendente, salvo giustificato motivo, non ritarda ne' adotta comportamenti tali da far ricadere su altri dipendenti il compimento di attivita' o l'adozione di decisioni di propria spettanza.
2. Il dipendente utilizza i permessi di astensione dal lavoro, comunque denominati, nel rispetto delle condizioni previste dalla legge, dai regolamenti e dai contratti collettivi.
3. Il dipendente utilizza il materiale o le attrezzature di cui dispone per ragioni di ufficio e i servizi telematici e telefonici dell'ufficio nel rispetto dei vincoli posti dall'amministrazione. Il dipendente utilizza i mezzi di trasporto dell'amministrazione a sua disposizione soltanto per lo svolgimento dei compiti d'ufficio, astenendosi dal trasportare terzi, se non per motivi d'ufficio.
Art. 12 - Rapporti con il pubblico
1. Il dipendente in rapporto con il pubblico si fa riconoscere attraverso l'esposizione in modo visibile del badge od altro supporto identificativo messo a disposizione dall'amministrazione, salvo diverse disposizioni di servizio, anche in considerazione della sicurezza dei dipendenti, opera con spirito di servizio, correttezza, cortesia e disponibilita' e, nel rispondere alla corrispondenza, a chiamate telefoniche e ai messaggi di posta elettronica, opera nella maniera piu' completa e accurata possibile. Qualora non sia competente per posizione rivestita o per materia, indirizza l'interessato al funzionario o ufficio competente della medesima amministrazione. Il dipendente, fatte salve le norme sul segreto d'ufficio, fornisce le spiegazioni che gli siano richieste in ordine l comportamento proprio e di altri dipendenti dell'ufficio dei quali ha la responsabilita' od il coordinamento. Nelle operazioni da svolgersi e nella trattazione delle pratiche il dipendente rispetta, salvo diverse esigenze di servizio o diverso ordine di priorita' stabilito dall'amministrazione, l'ordine cronologico e non rifiuta prestazioni a cui sia tenuto con motivazioni generiche. Il dipendente rispetta gli appuntamenti con i cittadini e risponde senza ritardo ai loro reclami.
2. Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti indacali, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell'amministrazione.
3. Il dipendente che svolge la sua attivita' lavorativa in un'amministrazione che fornisce servizi al pubblico cura il rispetto degli standard di qualita' e di quantita' fissati dall'amministrazione anche nelle apposite carte dei servizi. Il dipendente opera al fine di assicurare la continuita' del servizio, di consentire agli utenti la scelta tra i diversi erogatori e di fornire loro informazioni sulle modalita' di prestazione del servizio e sui livelli di qualita'.
4. Il dipendente non assume impegni ne' anticipa l'esito di decisioni o azioni proprie o altrui inerenti all'ufficio, al di fuori dei casi consentiti. Fornisce informazioni e notizie relative ad atti od operazioni amministrative, in corso o conclusi, nelle ipotesi previste dalle disposizioni di legge e regolamentari in materia di accesso, informando sempre gli interessati della possibilita' di avvalersi anche dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico. Rilascia copie ed estratti di atti o documenti secondo la sua competenza, con le modalita' stabilite dalle norme in materia diaccesso e dai regolamenti della propria amministrazione.
5. Il dipendente osserva il segreto d'ufficio e la normativa in materia di tutela e trattamento dei dati personali e, qualora sia richiesto oralmente di fornire informazioni, atti, documenti non accessibili tutelati dal segreto d'ufficio o dalle disposizioni in materia di dati personali, informa il richiedente dei motivi che ostano all'accoglimento della richiesta. Qualora non sia competente a provvedere in merito alla richiesta cura, sulla base delle disposizioni interne, che la stessa venga inoltrata all'ufficio competente della medesima amministrazione.
Art. 13 - Disposizioni particolari per i dirigenti
1. Ferma restando l'applicazione delle altre disposizioni del Codice, le norme del presente articolo si applicano ai dirigenti, ivi compresi i titolari di incarico ai sensi dell'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001 e dell'articolo 110 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ai soggetti che svolgono funzioni equiparate ai dirigenti operanti negli uffici di diretta collaborazione delle autorita' politiche, nonche' ai funzionari responsabili di posizione organizzativa negli enti privi di dirigenza.
2. Il dirigente svolge con diligenza le funzioni ad esso spettanti in base all'atto di conferimento dell'incarico, persegue gli obiettivi assegnati e adotta un comportamento organizzativo adeguato per l'assolvimento dell'incarico.
3. Il dirigente, prima di assumere le sue funzioni, comunica all'amministrazione le partecipazioni azionarie e gli altri interessi finanziari che possano porlo in conflitto di interessi con la funzione pubblica che svolge e dichiara se ha parenti e affini entro il secondo grado, coniuge o convivente che esercitano attivita' politiche, professionali o economiche che li pongano in contatti frequenti con l'ufficio che dovra' dirigere o che siano coinvolti nelle decisioni o nelle attivita' inerenti all'ufficio. Il dirigente fornisce le informazioni sulla propria situazione patrimoniale e le dichiarazioni annuali dei redditi soggetti all'imposta sui redditi delle persone fisiche previste dalla legge.
4. Il dirigente assume atteggiamenti leali e trasparenti e adotta un comportamento esemplare e imparziale nei rapporti con i colleghi, i collaboratori e i destinatari dell'azione amministrativa. Il dirigente cura, altresi', che le risorse assegnate al suo ufficio siano utilizzate per finalita' esclusivamente istituzionali e, in nessun caso, per esigenze personali.
5. Il dirigente cura, compatibilmente con le risorse disponibili, il benessere organizzativo nella struttura a cui e' preposto, favorendo l'instaurarsi di rapporti cordiali e rispettosi tra i collaboratori, assume iniziative finalizzate alla circolazione delle informazioni, alla formazione e all'aggiornamento del personale, all'inclusione e alla valorizzazione delle differenze di genere, di eta' e di condizioni personali.
6. Il dirigente assegna l'istruttoria delle pratiche sulla base di un'equa ripartizione del carico di lavoro, tenendo conto delle capacita', delle attitudini e della professionalita' del personale a sua disposizione. Il dirigente affida gli incarichi aggiuntivi in base alla professionalita' e, per quanto possibile, secondo criteri di rotazione.
7. Il dirigente svolge la valutazione del personale assegnato alla struttura cui e' preposto con imparzialita' e rispettando le indicazioni ed i tempi prescritti.
8. Il dirigente intraprende con tempestivita' le iniziative necessarie ove venga a conoscenza di un illecito, attiva e conclude, se competente, il procedimento disciplinare, ovvero segnala tempestivamente l'illecito all'autorita' disciplinare, prestando ove richiesta la propria collaborazione e provvede ad inoltrare tempestiva denuncia all'autorita' giudiziaria penale o segnalazione alla corte dei conti per le rispettive competenze. Nel caso in cui riceva segnalazione di un illecito da parte di un dipendente, adotta ogni cautela di legge affinche' sia tutelato il segnalante e non sia indebitamente rilevata la sua identita' nel procedimento disciplinare, ai sensi dell'articolo 54-bis del decreto legislativo n. 165 del 2001.
9. Il dirigente, nei limiti delle sue possibilita', evita che notizie non rispondenti al vero quanto all'organizzazione, all'attivita' e ai dipendenti pubblici possano diffondersi. Favorisce la diffusione della conoscenza di buone prassi e buoni esempi al fine di rafforzare il senso di fiducia nei confronti dell'amministrazione.
Art. 14 - Contratti ed altri atti negoziali
1. Nella conclusione di accordi e negozi e nella stipulazione di contratti per conto dell'amministrazione, nonche' nella fase di esecuzione degli stessi, il dipendente non ricorre a mediazione di terzi, ne' corrisponde o promette ad alcuno utilita' a titolo di intermediazione, ne' per facilitare o aver facilitato la conclusione o l'esecuzione del contratto. Il presente comma non si applica ai casi in cui l'amministrazione abbia deciso di ricorrere all'attivita' di intermediazione professionale.
2. Il dipendente non conclude, per conto dell'amministrazione, contratti di appalto, fornitura, servizio, finanziamento o assicurazione con imprese con le quali abbia stipulato contratti a titolo privato o ricevuto altre utilita' nel biennio precedente, ad eccezione di quelli conclusi ai sensi dell'articolo 1342 del codice civile. Nel caso in cui l'amministrazione concluda contratti di appalto, fornitura, servizio, finanziamento o assicurazione, con imprese con le quali il dipendente abbia concluso contratti a titolo privato o ricevuto altre utilita' nel biennio precedente, questi si astiene dal partecipare all'adozione delle decisioni ed alle attivita' relative all'esecuzione del contratto, redigendo verbale scritto di tale astensione da conservare agli atti dell'ufficio.
3. Il dipendente che conclude accordi o negozi ovvero stipula contratti a titolo privato, ad eccezione di quelli conclusi ai sensi dell'articolo 1342 del codice civile, con persone fisiche o giuridiche private con le quali abbia concluso, nel biennio precedente, contratti di appalto, fornitura, servizio, finanziamento ed assicurazione, per conto dell'amministrazione, ne informa per iscritto il dirigente dell'ufficio.
4. Se nelle situazioni di cui ai commi 2 e 3 si trova il dirigente, questi informa per iscritto il dirigente apicale responsabile della gestione del personale.
5. Il dipendente che riceva, da persone fisiche o giuridiche partecipanti a procedure negoziali nelle quali sia parte l'amministrazione, rimostranze orali o scritte sull'operato dell'ufficio o su quello dei propri collaboratori, ne informa immediatamente, di regola per iscritto, il proprio superiore gerarchico o funzionale.
Art. 15 - Vigilanza, monitoraggio e attivita' formative
1. Ai sensi dell'articolo 54, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, vigilano sull'applicazione del presente Codice e dei codici di comportamento adottati dalle singole amministrazioni, i dirigenti responsabili di ciascuna struttura, le strutture di controllo interno e gli uffici etici e di disciplina.
2. Ai fini dell'attivita' di vigilanza e monitoraggio prevista dal presente articolo, le amministrazioni si avvalgono dell'ufficio procedimenti disciplinari istituito ai sensi dell'articolo 55-bis, comma 4, del decreto legislativo n. 165 del 2001 che svolge, altresi', le funzioni dei comitati o uffici etici eventualmente gia' istituiti.
3. Le attivita' svolte ai sensi del presente articolo dall'ufficio procedimenti disciplinari si conformano alle eventuali previsioni contenute nei piani di prevenzione della corruzione adottati dalle amministrazioni ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 6 novembre 2012, n. 190. L'ufficio procedimenti disciplinari, oltre alle funzioni disciplinari di cui all'articolo 55-bis e seguenti del decreto legislativo n. 165 del 2001, cura l'aggiornamento del codice di comportamento dell'amministrazione, l'esame delle segnalazioni di violazione dei codici di comportamento, la raccolta delle condotte illecite accertate e sanzionate, assicurando le garanzie di cui all'articolo 54-bis del decreto legislativo n. 165 del 2001. Il responsabile della prevenzione della corruzione cura la diffusione della conoscenza dei codici di comportamento nell'amministrazione, il monitoraggio annuale sulla loro attuazione, ai sensi dell'articolo 54, comma 7, del decreto legislativo n. 165 del 2001, la pubblicazione sul sito istituzionale e della comunicazione all'Autorita' nazionale anticorruzione, di cui all'articolo 1, comma 2, della legge 6 novembre 2012, n. 190, dei risultati del monitoraggio. Ai fini dello svolgimento delle attivita' previste dal presente articolo, l'ufficio procedimenti disciplinari opera in raccordo con il responsabile della prevenzione di cui all'articolo 1,comma 7, della legge n. 190 del 2012.
4. Ai fini dell'attivazione del procedimento disciplinare per violazione dei codici di comportamento, l'ufficio procedimenti disciplinari puo' chiedere all'Autorita' nazionale anticorruzione parere facoltativo secondo quanto stabilito dall'articolo 1, comma 2, lettera d), della legge n. 190 del 2012.
5. Al personale delle pubbliche amministrazioni sono rivolte attivita' formative in materia di trasparenza e integrita', che consentano ai dipendenti di conseguire una piena conoscenza dei contenuti del codice di comportamento, nonche' un aggiornamento annuale e sistematico sulle misure e sulle disposizioni applicabili in tali ambiti.
6. Le Regioni e gli enti locali, definiscono, nell'ambito della propria autonomia organizzativa, le linee guida necessarie per l'attuazione dei principi di cui al presente articolo.
7. Dall'attuazione delle disposizioni del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le amministrazioni provvedono agli adempimenti previsti nell'ambito delle risorse umane, finanziarie, e strumentali disponibili a legislazione vigente.
Art. 16 - Responsabilita' conseguente alla violazione dei doveri del codice
1. La violazione degli obblighi previsti dal presente Codice integra comportamenti contrari ai doveri d'ufficio. Ferme restando le ipotesi in cui la violazione delle disposizioni contenute nel presente Codice, nonche' dei doveri e degli obblighi previsti dal piano di prevenzione della corruzione, da' luogo anche a responsabilita' penale, civile, amministrativa o contabile del pubblico dipendente, essa e' fonte di responsabilita' disciplinare accertata all'esito del procedimento disciplinare, nel rispetto dei principi di gradualita' e proporzionalita' delle sanzioni.
2. Ai fini della determinazione del tipo e dell'entita' della sanzione disciplinare concretamente applicabile, la violazione e' valutata in ogni singolo caso con riguardo alla gravita' del comportamento eall'entita' del pregiudizio, anche morale, derivatone al decoro o al prestigio dell'amministrazione di appartenenza. Le sanzioni applicabili sono quelle previste dalla legge, dai regolamenti e dai contratti collettivi, incluse quelle espulsive chepossono essere applicate esclusivamente nei casi, da valutare in relazione alla gravita', di violazione delle disposizioni di cui agli articoli 4, qualora concorrano la non modicita' del valore del regalo o delle altre utilita' e l'immediata correlazione di questi ultimi con il compimento di un atto o di un'attivita' tipici dell'ufficio, 5, comma 2, 14, comma 2, primo periodo, valutata ai sensi del primo periodo. La disposizione di cui al secondo periodo si applica altresi' nei casi di recidiva negli illeciti di cui agli articoli 4, comma 6, 6, comma 2, esclusi i conflitti meramente potenziali, e 13, comma 9, primo periodo. I contratti collettivi possono prevedere ulteriori criteri di individuazione delle sanzioni applicabili in relazione alle tipologie di violazione del presente codice.
3. Resta ferma la comminazione del licenziamento senza preavviso per i casi gia' previsti dalla legge, dai regolamenti e dai contratti collettivi.
4. Restano fermi gli ulteriori obblighi e le conseguenti ipotesi di responsabilita' disciplinare dei pubblici dipendenti previsti da norme di legge, di regolamento o dai contratti collettivi.
Art. 17 - Disposizioni finali e abrogazioni
1. Le amministrazioni danno la piu' ampia diffusione al presente decreto, pubblicandolo sul proprio sito internet istituzionale e nella rete intranet, nonche' trasmettendolo tramite e-mail a tutti i propri dipendenti e ai titolari di contratti di consulenza o collaborazione a qualsiasi titolo, anche professionale, ai titolari di organi e di incarichi negli uffici di diretta collaborazione dei vertici politici dell'amministrazione, nonche' ai collaboratori a qualsiasi titolo, anche professionale, di imprese fornitrici di servizi in favore dell'amministrazione. L'amministrazione, contestualmente alla sottoscrizione del contratto di lavoro o, in mancanza, all'atto di conferimento dell'incarico, consegna e fa sottoscrivere ai nuovi assunti, con rapporti comunque denominati, copia del codice di comportamento.
2. Le amministrazioni danno la piu' ampia diffusione ai codici di comportamento da ciascuna definiti ai sensi dell'articolo 54, comma 5, del citato decreto legislativo n. 165 del 2001 secondo le medesime modalita' previste dal comma 1 del presente articolo.
3. Il decreto del Ministro per la funzione pubblica in data 28 novembre 2000 recante "Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni", pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 84 del 10 aprile 2001, e' abrogato.
Tipologia | Nome | Indirizzo | Località | Telefono | Fax | Sito web |
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Braceria | La Fontana 1914 | L.go Martellotta | Alberobello | 080 4322789 | ||
Braceria | Miccolis | Via Cavour | Alberobello | 080 4321523 | ||
Focacceria | Da Ceppone | Via M. San Marco,2 | Alberobello | == | ||
Focacceria | I profumi del Ponte | Via Barsento | Alberobello | 080 4321007 | ||
Focacceria | La Lira | Via M. Sabotino,5 | Alberobello | 0804322668 | ||
Pizzeria | Del Corso | Corso Vitt. Emanuele, 17 | Alberobello | 080 4323192 | ||
Creperia Pizzeria |
2001 | Piazza del Popolo | Alberobello | 080 4322918 | ||
Focacceria Pizzeria |
Pozzo Contino | via Brigata Regina | Alberobello | 0804323740 | ||
Ristorante | Azienda Agr. dei Trulli | C. da Curcio, 1 | Alberobello | 0804324072 | 0804324072 | |
Ristorante | Casa Nova | Via M. S. Marco, 13 | Alberobello | 080 4323292 | ||
Ristorante | Cuor di Puglia | Via Indipendenza, 65 | Alberobello | |||
Ristorante | Da Donato | Via A. Turi Coreggia | Alberobello | 080 4324539 | ||
Ristorante | Da Peppone | C.da Popoleto | Alberobello | |||
Ristorante | Gli sfizietti di zia Tonia | Via G. Pastore | Alberobello | 080 4325334 | ||
Ristorante | Il Guercio di Puglia | Largo Martellotta, 19 | Alberobello | 080 4321816 | ||
Ristorante | Il Pinnacolo | Via Monte Nero | Alberobello | 080 4325799 | ||
Ristorante | Il Poeta Contadino | Via Indipendenza, 21 | Alberobello | 080 4321917 | ||
Ristorante | Il Torchio | Via Monte San Michele, 57 | Alberobello | 080 4322842 | ||
Ristorante | Il Trullo antico | Via Monte Pasubio | Alberobello | 080 4325308 | ||
Ristorante | Trullo d'oro | via Cavallotti,29 | Alberobello | 0804321820 | 0804321820 | |
Ristorante | L´Aratro | Via M. San Michele | Alberobello | 080 4322789 | ||
Ristorante | La Cantina | C.so Vitt. Emanuele, 6 | Alberobello | 080 4323473 | 080 4323473 | www.ilristorantelacantina.it |
Ristorante | La Chiusa di Chietri | S.S. 172 per Putignano | Alberobello | 080 4325481 | ||
Ristorante | La Foggia | Via don F. Gigante | Alberobello | 080 4325927 | ||
Ristorante | La Locanda del gallo | Via m. San Michele | Alberobello | 080 4321437 | 080 4321437 | |
Ristorante | La Locanda di don Antonio | Via Giovè,8 | Alberobello | 080 4326084 | ||
Ristorante | La Nicchia | Via Ple Putignano | Alberobello | 080 4322278 | ||
Ristorante | Largo Trevisani | L.go Trevisani,13 | Alberobello | 080 4325666 | ||
Ristorante | L'Olmo Bello | Via Indipendenza | Alberobello | 080 4323607 | ||
Ristorante | Miseria e Nobiltà | Piazza del popolo | Alberobello | 080 4324082 | www.miseriaenobiltaweb.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. |
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Ristorante | Hotel Sovrano | Via A. De Gasperi,2 | Alberobello | 080 4321711 | 080 4321427 | www.hotelsovrano.it |
Ristorante - pizzeria |
Lo Stivale | Via Sp. Santo (Coreggia) | Alberobello | 080 4325931 | 080 4325931 | |
Ristorante - pizzeria | Il Forno di Cristo | Via M. Sabotino | Alberobello | 080 4324040 | ||
Ristorante Pizzeria | Fidelio | C.da Popoleto ,12 | Alberobello | 080 4321758 | ||
Ristorante pizzeria | Gli Ulivi | C.da Popoleto, 5 | Alberobello | 080 4323796 | ||
Ristorante Pizzeria | Il Punto | Via Indipendenza, 57 | Alberobello | 080 4322201 | ||
Ristorante pizzeria | Terminal | Via Indipendenza, 4 | Alberobello | 0804325103 | 080 4327581 | |
Ristorante- pizzeria |
3 M | via Indipendenza | Alberobello | 0804325432 | 080 4325432 | |
Trattoria | Amatulli | Via Garibaldi | Alberobello | 080 4322979 | ||
Trattoria | La Perla dei Trulli | Via Monte S.Gabriele, 53 | Alberobello | 080 4321059 |
Monumento nazionale dal 1930, quest'imponente edificio, così chiamato dal 1916, è ubicato in Piazza Sacramento, alle spalle della basilica di SS. Medici.
Lo storico locale Notarnicola c'informa che era denominata la Corte di papa Cataldo perché posseduta e probabilmente edificata dalla famiglia del sacerdote Cataldo Perta (1744-1809), che lo usò come sua dimora, mentre nei trulli circostanti abitavano i dipendenti.
Un documento notarile, datato 15 aprile 1797, testimonia una controversia tra un certo Petruzzi, rappresentante del Conte di Conversano, e alcuni alberobellesi, tra cui il Perta. Causa scatenante erano le modifiche apportate alla sua abitazione, non conformi alle regole stabilite dagli Acquaviva. L'atto parla genericamente della prospettiva del portone, non soffermandosi esplicitamente sull'edificazione dei due livelli o su ulteriori modifiche apportate all'interno della struttura preesistente. L'atto di liberazione del 27 maggio bloccò la situazione, evitando il rischio d'abbattimento.
Nel corso dei secoli il Trullo Sovrano è stato utilizzato, oltre che come abitazione, anche come spezieria e cappella. Nel 1785, infatti, ospitò le reliquie dei SS. Cosma e Damiano, portate dallo stesso don Cataldo Perta da Roma. Dal 1823 al 1837 vi tenne il proprio oratorio la confraternita del Santissimo Sacramento.
Il Trullo Sovrano rappresenta la massima capacità progettuale raggiunta per le costruzioni a trullo e, nello stesso tempo, inaugura la nuova fase costruttiva "a cotto", vale a dire con l'uso di malta. Edificato da un anonimo costruttore, presenta un ingresso patronale rivolto a sud, inserito in un grande timpano di facciata, e formato da un arco sulla cui lunetta è dipinta una scena del Calvario, riconducibile alla prima metà dell'Ottocento. Due spioncini, al lato della porta, servivano sia per riconoscere un ospite benaccetto sia per colpire con una fucilata un malintenzionato. Al suo interno, superata la piccola stanza da letto sulla sinistra, si accede all'ampio vano d'ingresso, coperto da una volta a crociera, sorretta da una successione di piccoli archi a tutto sesto, addossati a due muri perimetrali. Tali archi neutralizzano la spinta laterale della volta e scaricano il peso della struttura sui muri di sostegno. Da questa stanza si accede all'ampia cucina, comunicante con il giardino. Una porta sulla sinistra immette ai locali che costituiscono il primo nucleo abitativo, attorno al quale è stata edificata tutta la restante struttura. Sulla volta della sala d'accesso si imposta la copertura a trullo, il cui volume costituisce il primo piano, utilizzato come camera per gli ospiti o come luogo destinato alla tessitura. La scala, che conduce a questo ambiente, è stata ricavata nello spessore murario.
Il Trullo Sovrano, dotato di diversi ingressi, era composto, prima del recente smembramento, da dodici ambienti. Questi fornivano all'abitazione una considerevole ricettività. Lo spazio di tali vani era ulteriormente dilatato dall'apertura di nicchie e stipi che, ricavati nello spessore murario e muniti di ripiani, una volta murati, diventavano nascondigli particolarmente utili nel periodo del brigantaggio. Restaurato nel 1993 il Trullo Sovrano, di proprietà privata, è attualmente adoperato come spazio espositivo in occasione di mostre temporanee o per incontri culturali.
TRULLO SOVRANO
Piazza Sacramento, 10/11
70011 Alberobello (BA) Italia
Tel/Fax +39 080 4326030
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Sito web: http://www.trullosovrano.eu
Giorni e orario apertura: Tutta la settimana.
10:00 – 13:15 / 15:30 – 18:00 (Novembre – Marzo)
10:00 – 13:15 / 15:30 – 19:00 (Aprile – Ottobre)
Prenotazione: Nessuna
I Regolamenti comunali sono atti emanati per definire le attività di competenza del Comune sancite da leggi dello Stato, o per organizzare il funzionamento degli organi o degli uffici dell'ente.
Regolamenti emanati dal Comune:
Il gemellaggio con la città di Aghii Anarghiri, con il contributo dell'AICCRE, del KEDKE del CCRE, ha mosso i primi passi dagli anni "90. Ma solo nel 1995 si iniziò il cammino di intese e colloqui che condusse alla firma del protocollo d'intesa.
L'importanza del gemellaggio sorse dalle evidenti affinità culturali e religiose tra i due Comuni, ma anche dal territorio, dal clima, dalle coltivazioni medditerranee.
Il protocollo d'intesa- Giuramento di Fraternità fu firmato il 26 maggio 1997 tra i sindaci : Angelo Panarese - Alberobello e Nikos Tampakidis -Aghii Anarghiri, nel corso della seduta straordinaria del Consiglio Comunale, convocato per il bicentenario (1797/1997) dell'affrancamento della città di Alberobello dal dominio feudale.
L'atto così recita :
" Noi Sindaci liberamente eletti dal suffragio dei nostri cittadini, certi di rispondere alle profonde aspirazioni e ai bisogni reali delle popolazioni con le quali abbiamo rapporto quotidiano e delle quali abbiamo la responsabilità di reggere interessi più diretti;
sapendo che la civiltà occidentale ebbe la sua culla nei nostri antichi Comuni e che lo spirito di libertà fu per la prima volta segnato nelle garanzie che essi seppero conquistare al prezzo di lunghi sforzi;
considerando che l'opera della storia deve proseguire in un mondo più vasto, ma che questo mondo non sarà veramente umano se non nella misura in cui gli uomini vivranno in libere città,
in questo giorno prendiamo solenne impegno:
Sede : Piazza del Popolo 32 - Piano terra
Tel. : 080 / 4036218 - 080 / 4036217
e-mail : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Orari
GIORNI | ORE |
Lunedì - Martedì - Mercoledì - Giovedì - Venerdì | dalle ore 9.00 alle ore 13.00 |
Martedì - Giovedì | dalle 15.30 alle 17.30 |
L'anagrafe è la raccolta sistematica dell'insieme delle posizioni relative alle singole persone, alle famiglie ed alle convivenze che hanno fissato nel Comune la residenza, cioè la propria dimora abituale nonché delle posizioni relative alle persone senza fissa dimora che hanno stabilito nel Comune il proprio domicilio.
L'ufficio anagrafe rilascia a chiunque ne faccia richiesta, fatte salve le limitazioni di legge, i certificati concernenti la residenza e lo stato di famiglia e può attestare o certificare ogni altra posizione desumibile dagli atti anagrafici qualora non vi ostino gravi o particolari esigenze di pubblico interesse, ad eccezione delle notizie concernenti la professione, arte o mestiere, la condizione non professionale, il titolo di studio.
Presso l'ufficio Anagrafe del Comune è possibile, quindi, richiedere i seguenti certificati, in carta semplice o in bollo, a seconda dell'uso a cui sono destinati:-
Altri servizi svolti dall'Anagrafe sono:
MODULO | SCARICA |
Dichiarazione Tari Utenze Domestiche | ![]() |
Dichiarazione Tari Utenze non Domestiche | ![]() |
Modello Richiesta Tari Riduzione per Compostaggio | ![]() |
Modello Rimborso Tari | ![]() |
Il servizio di economato provvede al pagamento, in contanti, delle piccole spese correnti del Comune (es. acquisto di materiale di cancelleria, spese postali, abbonamenti, ecc.) ed alla riscossione di somme di piccola entità (es. diritti per rilascio atti o documenti).
È' possibile effettuare i pagamenti tramite il servizio POS.
Il Settore si occupa di:
IL PROGETTO DI RESTAURO
Il progetto di restauro redatto dall'arch. Michele SGOBBA e dall'Ing. Damiano TINELLI comprendeva tutte le opere di consolidamento statico sia degli elementi orizzontali che di quelli verticali, con particolare riferimento alle coperture, che sono state tutte integralmente rifatte, senza operare lo smantellamento totale, bensì applicando la tecnica dello scuci-cuci.
Nello stato di fatto del progetto, l'immobile risultava formato da più unità edilizie al piano terra ed una al 1° piano.
Nel momento in cui fu effettuata la consegna dei lavori l'immobile era in uno stato di totale abbandono e presentava gravi problemi di stabilità, in particolar modo nella zona prospicente via Lamarmora.
Trovandosi l'immobile nella zona di cerniera tra la zona monumentale di Aia piccola ed il centro storico ambientale, era inevitabile che il progetto di restauro dovesse proporre un intervento di recupero rigido che partiva dal rilievo puntuale e filologico di tutto il manufatto edilizio, fino ad arrivare alla proposta progettuale delle tipologie degli infissi, che, come si vedrà in seguito sono stati riportati, progettati e realizzati con la stessa tecnologia originaria, utilizzando antiche ferramenta.
L'immobile, al momento della redazione del progetto di restauro presentava un frazionamento dell'organismo edilizio in diverse unità immobiliari, ma non presentava corpi aggiunti, pertanto conservava inalterati i caratteri originari. L'unica manomissione evidente era rappresentata dalla presenza di una scala esterna di accesso al 1° piano, realizzata in c.a. e causa della trasformazione di una finestra del 1° piano, in porta , detta modifica avvenne intorno al 1935.
Il progetto proponeva il collegamento di tutti i vani, creando delle apertura a forza, che mettessero in comunicazione tutti i vani del manufatto edilizio.
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LA METODOLOGIA DEL RESTAURO UTILIZZATA
La prima operazione effettuata è stata quella dei saggi, procedendo con gli svellimenti e gli spicconamenti previsti nel progetto originario.
Dopo questa fase furono messe a confronto le proposte di progetto e lo stato di fatto ottenuto. Da detto confronto scaturì che lo stato di fatto permetteva una realizzazione del progetto più completa e meno traumatica per il manufatto edilizio, in quanto permetteva la comunicazione di tutti gli ambienti senza realizzare aperture a forza, bensì eliminando i tamponamenti originari, che erano serviti per frazionare nel tempo la proprietà.
I capisaldi della metodologia del restauro utilizzata sono stati:
Conservare l'aspetto originario dell'organismo, ristrutturando quanto più possibile l'impianto esistente. Nel tempo, l'immobile subì dei frazionamenti, infatti allo stato del rilievo critico si contavano più unità immobiliari realizzate tamponando e creando ex-novo alcune bucature dalle quali erano state ricavate più unità, un deposito su via Lamarmora, uno studio dentistico con abitazione su piazza XXVII Maggio, una macelleria ed infine la zona 1° piano che in tempi non precisabili era diventata una unità immobiliare indipendente con la creazione della scala esterna (forse nel 1935).
Non furono effettuati subito tutti gli svellimenti e gli spicconamenti in quanto si procedette per gradi cercando di recuperare quanto più possibile gli elementi originari.
I soppalchi in legno non furono sostituiti, bensì fu eliminato lo strato di calce che li ricopriva e restaurati. Alcuni intonaci furono conservati e di quelli eliminati fu analizzata la loro composizione.
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IL CONSOLIDAMENTO DELLE MURATURE PERIMETRALI
Tenendo presente che il " risanamento " è la condizione essenziale per la vivibilità di un manufatto antico e conseguentemente per il possibile riutilizzo dello stesso, si è posta molta attenzione ad effettuare un'analisi sia delle fondazioni che di tutto lo strato superficiale dell'immobile.
Furono rimossi i sottofondi terrosi sino al piano di rocce, che ha trovato una sua collocazione a profondità variabile fra i 45 cm ed i 60 cm dai piani originari di calpestio, come da saggi effettuati. Questa situazione si è riscontrata in maniera principale sul fronte degli immobili che insistono su via Lamarmora e piazza Mario Pagano.
Fu prevista la sostituzione di materiale terroso con inerti di argilla espansa, esteso a tutta la superficie interna, per la loro capacità di isolamento termico.
Le fondazioni di queste zone, sono state tutte consolidate e ricucite con conci di pietra, laddove esisteva discontinuità di fondazione. Particolare attenzione fu riservata alle murature perimetrali ed all'allontanamento della terra che gravava sulle murature di confine. Infatti la muratura della parte che insiste su via Lamarmora, presentava dei rigonfiamenti molto gravi che stavano compromettendo la stabilità di gran parte dell'organismo edilizio.
Fu effettuata la puntellatura interna del vano, che in questo caso è un vano camino, con delle murature in tufo, in maniera che le forze venissero distribuite su una superficie più ampia, invece che in svariati e discontinui punti.
L'operazione di consolidamento realizzata si può schematizzare distinguendo le seguenti fasi:
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IL RIFACIMENTO DEL MANTO DI COPERTURA
Dopo le prime opere di consolidamento alle fondazioni e alle murature perimetrali, si è passati al rifacimento del manto di copertura; è stato effettuato il rifacimento integrale dei manti di copertura utilizzando la tecnica dello scuci-cuci a sezioni molto piccole, utilizzando quanto più possibile il materiale originario ( circa il 10%, contro il 40% previsto nel computo metrico originario del progetto ). In alcuni punti, dove la situazione si presentava più complessa e più disastrosa, per il rifacimento delle coperture sono state utilizzate le " dime "che è una tecnica più complessa, ma che permette comunque di riproporre la curvatura originaria del cono.
Il materiale che ha sostituito quello originario è stato in parte materiale proveniente da cave locali, dalle stesse caratteristiche di quello originario, lavorato a martello e non a serra, ed in parte materiale antico in possesso dell'impresa, che è stato rimesso in opera senza essere rilavorato, ma solo adattato e miscelato con il restante materiale.
La tecnica tradizionale dello scuci-cuci deve essere effettuata sezionando idealmente a spicchi il cono e ricucendo successivamente; nella prima fase la parte superiore del cono deve rimanere non scucita, in quanto deve servire da guida, solo dopo aver realizzato la manutenzione della fascia di base, si può passare alla parte terminale.
Il fronte delle chiancarelle non deve essere sgusciato bensì deve essere a spacco, lavorato a martello e non a serra. La parte superiore e inferiore della chiancarella deve essere leggermente spianata con mezzi manuali e non meccanici, in quanto le chiancarelle fra loro non devono aderire perfettamente ma devono permettere l'areazione di tutto il sistema interno.
La manutenzione delle coperture è l'operazione più delicata e più importante, in quanto è la parte del manufatto architettonico che lo caratterizza.
Questo tipo di tecnica di lavorazione, lo scuci-cuci, permette di conservare l'andamento originario ed imperfetto delle generatrici del cono ( trullo )
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La Convenzione relativa alla tutela del patrimonio culturale e naturale mondiale sancisce i requisiti perché un sito possa essere iscritto alla Lista del Patrimonio Mondiale - World Heritage List (WHL); nella Lista vengono iscritti i beni che hanno valore universale eccezionale da un punto di vista storico, artistico o scientifico. Le procedure per l'iscrizione nella Lista e per la selezione dei beni e i requisiti ai quali essi devono rispondere per l'iscrizione sono indicate negli "Orientamenti applicativi" che accompagnano la Convenzione.
La Convenzione prende in considerazione gli aspetti sia culturali sia naturali del patrimonio e sottolinea così le interazioni tra gli esseri umani e la natura e la fondamentale importanza di mantenere un equilibrio tra l'uomo e l'ambiente, secondo un approccio alle tematiche ambientali che vede l'uomo come parte di questo sistema, non fuori o al di sopra di esso.
Sottoscrivendo la Convenzione, ogni Paese si impegna a conservare non solo i siti del Patrimonio Mondiale presenti sul proprio territorio, ma anche a proteggere il proprio patrimonio nazionale. La loro conservazione per le generazioni future diventa una responsabilità condivisa dall'intera comunità internazionale. Con gli strumenti a sua disposizione, la Convenzione vuole quindi evidenziare che la gestione dei beni culturali e degli ambienti naturali rientra fra le funzioni essenziali ed insostituibili dei singoli Stati ai quali appartengono e, inoltre, che tutti i popoli del mondo, per la comunanza dei valori di civiltà, devono cooperare per la loro conservazione.
La Convenzione, inoltre, descrive la funzione del Comitato per il Patrimonio Mondiale, come vengono eletti i suoi membri e i loro termini di ufficio e specifica gli enti professionali di consulenza ai quali rivolgersi per consigliarsi sui siti da includere nell'elenco. Illustra, infine, le modalità di utilizzazione e di gestione del Fondo per il Patrimonio Mondiale ed elenca le condizioni per ottenere l'assistenza finanziaria internazionale.
L'attenzione della Convenzione rispetto al patrimonio naturale e culturale si esprime anche nell'emblema del Patrimonio Mondiale; la forma circolare, come il mondo, è un simbolo di protezione che rappresenta la natura; al suo interno, un quadrato, forma creata dall'uomo: uomo e natura, dunque, come due entità intimamente legate.
Nel 1995 le indicazioni degli Orientamenti sono state riviste e aggiornate dal Centro del Patrimonio Mondiale, alla luce dell'evoluzione del concetto di patrimonio mondiale dal momento della sua istituzione, definendo i criteri relativi ai paesaggi culturali, intesi come opere congiunte della natura e dell'uomo.
Attualmente l'Italia è leader mondiale per quanto riguarda il numero di siti iscritti alla Lista del Patrimonio Mondiale, con ben 42 siti nazionali ed un sito transnazionale.
Il centro storico Monumentale di Alberobello è costituito da due Rioni: il Rione Aia Piccola ed il Rione Monti.
Due rioni dal tessuto edilizio omogeneo, costituito da unità a trulli accorpate in maniera seriale, anche se occasionale.
L'esistenza di queste realtà ha determinato l'iscrizione dei trulli di Alberobello nella lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità il 7 dicembre 1996 . La motivazione fornita dal Centro del Patrimonio Mondiale per giustificare l'iscrizione nella W.H.L. è stata: "i trulli di Alberobello rappresentano un sito di valore universale ed eccezionale in quanto sono l'esempio di una forma di costruzione ereditata dalla preistoria e sopravvissuta intatta, pur nell'uso continuativo, fino ai nostri giorni".
I trulli di Alberobello, oltre ad aver conservato la tipologia edilizia, che nel corso dei secoli si è mantenuta quasi ovunque intatta ed immune da contaminazioni e da interventi non conformi alle tecniche costruttive tradizionali, hanno conservato in parte anche la destinazione, quella abitativa, specialmente nel Rione Aia Piccola. Queste caratteristiche così forti contraddistinguono Alberobello da tutto il contesto territoriale, rendendola unica al mondo.
La tipologia architettonica del trullo è presente in maniera sparsa in tutta la Valle d'Itria, e raggiunge l'eccezionalità ad Alberobello, dove il tessuto edilizio del centro storico monumentale è interamente costituito da queste particolari unità edilizie. Alberobello, infatti, è l'unico esempio di città in cui esiste una presenza così massiccia di agglomerato urbano costituito da trulli. In tutto il bacino del Mediterraneo sono presenti muretti e sporadiche costruzioni in pietra a secco, ma non esistono centri urbani con un tessuto edilizio omogeneo formato da unità d'uso tutte in pietra a secco ed a copertura conica, tipica del trullo.
La prima attestazione del toponimo "Alberobello" si trova in un documento del 1272 che parla di una Sylva aut nemus "arboris belli" (Selva o bosco dell'albero della guerra), detto volgarmente "Arburella". Il nome mostra come, in effetti, non si trattasse di un abitato, ma di un bosco, destinato a diventare "difesa", ossia area chiusa di caccia ad uso dei conti d'Acquaviva d'Aragona.
Di costruzioni si fa menzione nel diploma di investitura con il quale, nel 1481, il re Ferrante d'Aragona assegnava ad Andrea Matteo Acquaviva i feudi della Contea di Conversano, fra cui la Sylva Arboris Belli "con taluni diruti casali", che però non è detto avessero già forma di trullo.
Lo storico nocese Pietro Gioia, invece, data la colonizzazione della Selva, a partire già dal XV secolo, per volontà dei loro possessori: i conti di Conversano Acquaviva d'Aragona, i quali vi conducono gente da Noci e da altri feudi vicini per coltivarla, lasciando sorgere grezzi casolari o caselle, ma senza attribuirne alcun titolo di proprietà. I caratteri specifici dell'abitato pastorale o silvestre in pietra a secco inducono il Gioia a definire con troppo anticipo la formazione di Alberobello; più corretta la datazione, invece, se si fa riferimento al primo abbozzo insediativo.
Alberobello come centro urbano nasce e cresce sulle pendici di una "lama" (ossia un avvallamento) senza mura difensive, priva di edifici rappresentativi, dimore nobiliari e conventi. Dai documenti del XVI secolo che descrivono il territorio, sembra che, a parte le specchie sparse nella radure e nei boschi e le poche masserie appartenenti agli enti ecclesiastici e ai conti, l'unico tipo di costruzioni ammesso nel territorio fosse la casella costruita "a crudo", che permetteva facilità e rapidità d'esecuzione, ma non garantiva il comfort abitativo della costruzione con malta. È quasi certo che la diffusione della tecnica della costruzione senza malta nelle aree demaniali extraurbane sia stata una conseguenza dell'abbondanza di materiale lapideo della zona.
La notevole distanza fra il potere centrale del Regno di Napoli e le aree periferiche come quella dove sorgeva Alberobello, danno origine al fenomeno della creazione di insediamenti senza licenza del viceré. Fondamentale, in questo contesto, risulta la Prammatica "De Baronibus XXIV" del XVI secolo, con la quale il governo tenta di arginare tale fenomeno, dovuto soprattutto all'immigrazione di Albanesi fuggiti al dominio dei Turchi, che lasciavano la terra natia e si trasferivano in altri luoghi attratti dai conti che, con franchigie e immunità, si procuravano manodopera da sfruttare a discapito degli altri abitanti, che subivano il danno delle migrazioni.
Così fino al XVIII secolo i trulli e l'abitato di Alberobello restano l'espressione di una comunità segregata e povera, autorappresentazione di una civiltà contadina in lotta per la sua stessa sopravvivenza e per un riscatto che, fortunatamente, non si sarebbe fatto attendere a lungo.
(Sintesi dagli atti dei Seminari di Studio del prof. Luca DE FELICE, gestore del Museo del Territorio di Alberobello)
L´esigenza di elaborare un Piano di Gestione per i siti iscritti nella WHL nasce da una richiesta ufficiale dell´UNESCO, secondo la quale il Piano dovrebbe definire e programmare gli di interventi da attuare per mantenere nel tempo l´integrità dei valori che hanno consentito l´iscrizione del sito nella Lista, in modo da preservarlo integro per le future generazioni.
Il Piano di Gestione è in fase di sviluppo da parte del Comune di Alberobello e di SiTI - Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l´Innovazione (www.siti.polito.it).
La metodologia in fase di applicazione finalizzata alla redazione del Piano di Gestione per il sito UNESCO "Trulli di Alberobello" trova i suoi principi fondamentali nelle Linee Guida elaborate dalla Commissione Nazionale Siti UNESCO, che individuano gli obiettivi principali propri di un Piano di Gestione:
o mantenere nel tempo l´integrità dei valori che hanno consentito l´iscrizione alla World Heritage List dell´UNESCO;
o coniugare la tutela e la conservazione con lo sviluppo integrato delle risorse d´area dell´economica locale;
o rendere compatibile un processo locale condiviso da istituzioni, soggetti pubblici e privati;
o coordinare le logiche dei diversi portatori di interesse coinvolti (istituzionali e non), convogliandoli verso obiettivi strategici condivisi, definendo modalità e modelli di gestione.
"In sintesi, il Piano definisce un sistema di gestione che, partendo dai valori che hanno motivato, o motiveranno, l´iscrizione del sito alla Lista del Patrimonio mondiale dell´Umanità (WHL), effettua un´analisi integrata dello stato dei luoghi individuando le forze del cambiamento in atto, identifica poi gli obiettivi futuri raggiungibili attraverso le opzioni di intervento e le possibili strategie, ne valuta gli impatti probabili sul sistema locale, sceglie i piani di azione per conseguire i traguardi fissati, definisce le modalità di coordinamento e di attuazione e ne verifica il conseguimento tramite una serie di indicatori che attuano il monitoraggio sistematico dei risultati nel tempo." (Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Progetto di definizione di un modello per la realizzazione dei Piani di Gestione dei siti UNESCO). In Italia il riferimento normativo è rappresentato dalla Legge 20 febbraio 2006, n. 77, "Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella "Lista del Patrimonio Mondiale", posti sotto la tutela dell´ UNESCO".
Il progetto è quindi articolato su quattro attività principali:
A. attività finalizzate alla conoscenza del sito e dei suoi elementi di peculiarità;
B. analisi delle potenzialità e delle criticità (SWOT Analysis);
C. attività di partecipazione e comunicazione;
D. redazione di piani di sviluppo e progetti di gestione per il sito UNESCO "Trulli di Alberobello".
L´insieme dei risultati di queste attività rappresenta la base per la redazione del Piano di Gestione del sito. Il Piano di Gestione vuole essere uno strumento comunicabile, un documento divulgativo snello e facilmente comprensibile per tutti, in particolar modo per la popolazione locale a cui, in ultima analisi, è destinato. Per tale motivo, a fianco degli approfondimenti tecnici e scientifici relativi alle analisi e alle ricerche, è stato prodotto un documento ad hoc che risponda appieno alle esigenze di comunicazione. Il Piano di Gestione per il Sito Unesco "Trulli di Alberobello"
I trulli sono stati oggetto di numerosi riconoscimenti.
Già nel 1910 il governo emanò un decreto per eleggere Monumento Nazionale il Rione Monti.
Nel 1930 fu elevato a Monumento nazionale anche il Rione Aia Piccola.
Grazie a tali disposizioni governative i monumenti sono stati tutelati e preservati.
Nel corso del secondo mandato dell' Amministrazione Panarese, dopo un lungo percorso preparatorio di atti e sopralluoghi di emiriti architetti incaricati dall'Unesco per valutare ed approvare la candidatura di Alberobello per l'inserimento nella world Heritage List, giunse il favorevole responso.
La Conferenza Intergovernativa, riunita a Merida in Messico, infatti, il 5 dicembre 1996, nell'ambito della 20^ Sessione del Comitato Mondiale UNESCO, dichiarò : "I trulli di Alberobello", riuniti in un agglomerato urbano, Patrimonio Mondiale dell'Umanità, decretando l'inserimento nella WORLD HERITAGE LIST, con le seguenti motivazioni: "eccezionale tipologia, continuità abitativa, sopravvivenza di una cultura costruttiva di origine preistorica ..."
Grande fu la soddisfazione dell'Amministrazione e dei cittadini.
L'avvenimento viene celebrato tutti gli anni, con iniziative e manifestazioni tese a promuovere sempre più la tutela e la valorizzazione dei monumenti anche e soprattutto fra gli Alberobellesi , perchè Alberobello non è la città dei trulli , Alberobello è i trulli.
Storia e Destino dei Trulli di Alberobello ( Prontuario del RESTAURO)
Di G. Radicchio, A. Ambrosi e R. Panella
Casa Editrice Nunzio Schena di Fasano.
Il Piano Regolatore Generale di Alberobello, la cui redazione risale alla fine degli anni settanta e l´approvazione negli anni "80 , aveva come obiettivo prioritario il recupero di tutti i trulli, ed in maniera particolare di tutto il centro storico sia Monumentale che Ambientale .
Contestualmente all´approvazione del P.R.G. la Regione Puglia approvò una legge , la n.72/79 che finanziava il recupero dei trulli del Centro Storico a condizione che il restauro fosse realizzato secondo i canoni più rigidi del restauro filologico.
Pertanto l´Amministrazione Comunale intraprese una serie di operazioni atte alla codificazione delle norme per il restauro dei trulli e fu conferito, in data 15.04.1980 con delibera di C.C. n.82, l´incarico all´arch. Giuseppe RADICCHIO, già redattore del precitato strumento generale, di redigere un Prontuario per il Restauro dei Trulli di Alberobello.
Nella fase della stesura definitiva, detto scritto, ha assunto il seguente titolo " Storia e Destino dei trulli di Alberobello, ( Prontuario del Restauro ).
La prima bozza fu consegnata in data ottobre 1981 e presentata a tutti gli organi preposti alla tutela, Soprintendenza ai Monumenti ed Ufficio Urbanistico Regionale, in data dicembre 1981 nella Sala Consigliare del Comune dove era stata allestita una Mostra fotografica sulle tecniche di restauro dei trulli di Alberobello contenute nella bozza del Prontuario.
Nell´anno successivo, in data aprile 1982, l´Amministrazione Comunale organizzò, a cura dell´Ufficio Tecnico, il 1° Seminario di Studi sulla prima bozza del Prontuario del Restauro dei Trulli .
Questo primo seminario aveva lo scopo di determinare un confronto tra organi preposti alla tutela, Soprintendenza ed Ufficio Urbanistico Regionale ed Ufficio Tecnico Comunale, cittadini e tecnici locali.
Nel 1985 avvenne l´approvazione della prima bozza, con il titolo di Prontuario del Restauro dei Trulli ed il professionista incaricato fu autorizzato dall´Amministrazione alla stesura definitiva ed alla successiva pubblicazione del testo.
Nella fase intermedia tra l´approvazione della prima bozza e la stesura definitiva, sono stati organizzati dei seminari di studi sulla pietra a secco, quello più importante ha prodotto degli atti dal titolo "1° Seminario internazionale sull´Architettura in Pietra a Secco", pubblicato dalla casa Editrice Schena di Fasano .
In data 7 dicembre 1996 Alberobello ottenne il riconoscimento UNESCO e contestualmente l´Ufficio preposto alla tutela continuò in maniera puntuale ad applicare più rigidamente le norme e le tecniche del restauro dei trulli riportati nel precitato prontuario;
In data 29.04.1997, la bozza definitiva del Prontuario del Restauro , che aveva assunto il titolo di Storia e Destino dei Trulli di Alberobello, ( Prontuario del Restauro ) fu portata in C.C. per l´adozione definitiva ( delibera di C.C. n.34 );
Successivamente, nello stesso anno il testo Storia e Destino dei Trulli di Alberobello fu pubblicato dalla casa Editrice di Nunzio Schena di Fasano.
In data 29.11.2008 il Consiglio Comunale con proprio atto deliberativo , il n.51, ha definitivamente approvato questo Regolamento Comunale, che è uno strumento molto valido per il recupero dei trulli sia di Alberobello che di tutto il territorio della Murgia dei Trulli.